La dottoressa Alessia Fumagalli, pneumologa che lavora in pneumologia riabilitativa presso il presidio ospedaliero I.N.R.C.A. di Casatenovo (LC), ha risposto alle nostre domande per aiutarci a capire in che modo l’aspetto nutrizionale sia un fattore importante nel percorso riabilitativo delle persone affette da IPF.
Dottoressa ci può spiegare la relazione tra Fibrosi Polmonare Idiopatica e gli aspetti nutrizionali?
Dott.ssa Fumagalli: Mi occupo di riabilitazione da circa 20 anni, ho cominciato a occuparmi degli aspetti nutrizionali da quando lavoro in un reparto riabilitativo con pazienti respiratori.
L’aspetto nutrizionale infatti, in questi anni, ha assunto sempre più importanza nell’ambito delle patologie respiratorie croniche perché si è visto che il loro decorso spesso è caratterizzato da una progressiva perdita di peso e di disfunzione del muscolo scheletrico.
Per ora, in ambito scientifico, ci si è occupati degli aspetti nutrizionali soprattutto focalizzando sui malati affetti da broncopneumopatia cronica ostruttiva e ancora molto poco sulla Fibrosi Polmonare Idiopatica.
Ma l’esperienza sul campo con i pazienti di IPF mostra come, con l’avanzare della patologia, ci siano una serie di fattori che possono alterarne lo stato nutrizionale.
Innanzitutto i pazienti con IPF tendono ad aumentare il loro consumo energetico con il progressivo peggiorare della capacità respiratoria. Basti pensare all’aumento della frequenza respiratoria, aumenta il loro lavoro respiratorio e quindi la spesa energetica!
Un altro fattore è dato dall’insufficienza respiratoria, causata dalla Fibrosi Polmonare Idiopatica, che porta a una riduzione dell’ossigenazione del sangue, questo può indurre dei meccanismi di regolazione endocrina che possono coinvolgere l’appetito e il bilancio energetico della persona. Molto spesso, infatti, la mancanza di appetito è uno dei sintomi riferito dai pazienti. L’inappetenza si traduce anche in una riduzione del movimento, già ostacolato dalla mancanza di fiato, e nella conseguente riduzione della massa muscolare.
Infine, è importante ricordare, che molto spesso i farmaci utilizzati per trattare la patologia hanno delle ripercussioni sullo stato nutrizionale dei malati.
Sommando tutti questi fattori si capisce l’importanza di fare una valutazione dell’aspetto nutrizionale nei pazienti di IPF, per cercare di prevenire eventuali casi di malnutrizione.
Se eventuali criticità nutrizionali vengono individuate precocemente, è possibile impostare degli interventi che evitino perdite di peso e di massa muscolare in maniera importante. La valutazione nutrizionale dovrebbe proprio far parte di una valutazione complessiva del paziente affetto da IPF.
Come va fatta la valutazione nutrizionale di un paziente? Quali sono gli elementi importanti da monitorare?
Dott.ssa Fumagalli: L’aspetto nutrizionale dovrebbe essere valutato in maniera articolata, non limitandosi soltanto a pesare il paziente, elemento che facilmente emerge quando si parla di aspetto nutrizionale. Molto spesso ci sono, infatti, tutta una serie di altri segni premonitori che possiamo rilevare, per esempio, attraverso un prelievo del sangue, verificando se ci sono delle proteine viscerali alterate.
È molto importante valutare attentamente la composizione corporea, alcune volte ci sono pazienti che possono sembrare apparentemente in sovrappeso, dove c’è un eccesso di massa grassa, ma poi in realtà la massa muscolare, il muscolo, è molto ridotto. Nel paziente respiratorio è infatti importante soprattutto l’aspetto muscolare, per respirare bene la persona affetta da IPF ha bisogno che la sua muscolatura respiratoria sia bella tonica e trofica.
Per esempio se un paziente ha una massa muscolare molto ridotta, potrebbe avere dei muscoli respiratori che si sono atrofizzati, in questo caso la persona avrà più difficoltà a mantenere una meccanica respiratoria adeguata. Per questo è molto importante valutare anche la composizione corporea del paziente.
Anche un eccesso di massa grassa può peggiorare la meccanica respiratoria, è molto importante infatti che i pazienti sovrappeso si rivolgano a degli esperti del settore e che non comincino delle diete fai da te, devono assolutamente evitare di ottenere delle perdite di peso perdendo anche la massa muscolare, che invece deve essere ben conservata.
È necessario che il paziente di IPF abbia una buona massa muscolare, che segua un regime alimentare che gli permetta di soddisfare tutte le esigenze energetiche per svolgere tutte le attività quotidiane conservando sempre una buona riserva di massa magra.
Ci sono delle indicazioni alimentari fondamentali che possiamo dare ai pazienti?
Dott.ssa Fumagalli: Per il momento in letteratura non vengono suggerite delle diete specifiche che possano influenzare il decorso della malattia. D’altro canto sappiamo che gli antiossidanti hanno un effetto protettivo (antiossidanti: vitamina c, vitamine e, flavonoidi, sostanze contenute nella frutta e nella verdura) aiutano a prevenire lo stress ossidativo causato dall’inquinamento o dal fumo della sigaretta a livello dell’epitelio polmonare.
Il primo intervento che bisognerebbe fare è fornire ai pazienti una serie di norme, di raccomandazioni generali per una dieta sana, che promuova delle abitudini dietetiche preventive.
Per esempio è buona norma un consumo quotidiano di frutta, verdura, di pesce, cercare di ridurre il più possibile l’assunzione di grassi saturi, assumere sempre un buon quantitativo di fibre, di carboidrati complessi, cercando di mantenere un indice di massa corporea di normalità senza sforare nel sovrappeso.
Nel paziente normopeso, nel quale col decorso della malattia può innescarsi una progressiva perdita di peso, un consiglio è di assumere dei cibi ipercalorici e iperproteici, perché sono le proteine che servono ai muscoli, e in particolare ai muscoli respiratori, per mantenere sempre una buona riserva di massa muscolare.
Sconsigliati invece i cibi eccessivamente grassi che tendono a ritardare lo svuotamento gastrico e a rendere la fase digestiva più laboriosa, su un paziente respiratorio questo può peggiorare la mancanza di fiato (nota: pasti eccessivamente abbondanti come quantità, prolungano la digestione richiamando più ossigeno allo stomaco e peggiorando ulteriormente la mancanza di fiato).
L’ideale è consumare frequenti spuntini, aumentare cioè la quantità di cibo assunta aumentando il numero di pasti. Non va bene mangiare primi abbondanti e troppo elaborati di difficile digestione. Tra un primo e un secondo non dovrebbe mai mancare il secondo, l’apporto proteico è molto importante soprattutto se c’è una tendenza di perdita di peso.
Nella parte nutrizionale la cosa più importante è chiacchierare con il paziente dandogli una serie di consigli e di indicazione di esami da fare per tenere monitorato lo stato nutrizionale.
Esempi di casistiche
Suggerisco ai pazienti di pesarsi regolarmente per tenere controllato il loro peso. Un altro consiglio è quello di acquistare un contapassi per monitorare la propria attività fisica durante la giornata.
Dove può rivolgersi un paziente per avere una valutazione nutrizionale adeguata?
Dott.ssa Fumagalli: Il paziente per ora può rivolgersi a un centro di riabilitazione respiratoria (ne esistono sia pubblici che privati) per avere un trattamento completo della patologia.
Insieme al professor Pesci, col gruppo di Monza, stiamo cercando di sensibilizzare l’ambiente medico sul discorso dell’aspetto nutrizionale. Stiamo raccogliendo dei dati per poter presentare dei lavori che supportino questo approccio.
Sarebbe auspicabile infatti che nel gruppo multidisciplinare che si prende carico dei pazienti respiratori, rientrasse anche la figura di uno pneumologo riabilitatore o di un nutrizionista che possa valutare anche l’aspetto nutrizionale.
E infine, gli effetti collaterali dei farmaci sulla nutrizione, suggerimenti utili?
Dott.ssa Fumagalli: I farmaci esistenti purtroppo possono dare effetti collaterali quali nausea, vomito, diarrea e inappetenza.
È importante informare il paziente che queste sono reazioni avverse che potrebbero verificarsi, il paziente deve sapere come comportarsi con l’alimentazione qualora compaiono. Ci sono infatti una serie di abitudini dietetiche preventive, consigli e norme che i pazienti possono mettere in pratica per contenere gli effetti collaterali ed evitare di interrompere i trattamenti con questi farmaci.
Un esempio: con la diarrea è fondamentale evitare cibi grassi, le bevande gassate o i latticini
Devono essere i medici quando prescrivono i farmaci a dare le indicazioni!